Il Museo dell'Archivio di Stato di Reggio Emilia fu costituito come tale fin dai primi anni dell'esistenza dell'Istituto. Diversi furono i motivi che operarono in tal senso: innanzitutto con l'archivio antico del Comune di Reggio erano pervenuti anche degli oggetti: sigilli, bossoli, cassette per le votazioni e per conservare i documenti; altri materiali si aggiunsero provenienti dai fondi delle Opere Pie e dei Collegi professionali. A tutto questo si sommarono numerose matrici sigillari degli enti soppressi e degli uffici dello Stato, e su tutti spicca la serie delle matrici notarili, versate dall'Archivio notarile distrettuale nel 1912. Non mancarono neppure acquisti e donazioni, fra le quali va ricordata quella di Ippolito Malaguzzi Valeri nel 1899, costituita monete e da matrici di sigilli di privati, di uffici militari e di altre istituzioni cessate.
Nel corso del tempo i locali del Museo hanno naturalmente seguito le sorti dell'Istituto archivistico, che è stato sottoposto a numerosi riassetti per razionalizzare gli spazi e migliorare la capienza e le condizioni dei depositi. Forzatamente chiuso e smobilitato per anni, oggi il Museo dell'Archivio di Stato riapre con un nuovo allestimento che, pur tenendo conto degli ambienti limitati, offre tuttavia la possibilità di esporre i materiali più significativi per la storia della città. Gli oggetti sono accompagnati da una didascalia e sul catalogo, quando necessario, anche da qualche nota storica. Una trattazione a parte è riservata ai sigilli e alle monete.