Il Museo Arcivescovile di Ravenna è uno dei musei ecclesiastici più suggestivi d'Italia, non solo per i capolavori esposti, ma anche per la sede in cui è allestito, l'antico Palazzo Arcivescovile, le cui fondazioni risalgono al IV secolo, quando la città si stava affermando come fulcro dell'Impero Romano d'Occidente.
Il Museo, come sale di raccolta di antiche epigrafi, risale al 1734 quando Maffeo Nicolò Farsetti, arcivescovo di Ravenna (1727 - 1741), volle raccogliere numerose iscrizioni incise su lastre di marmo, che erano parte del pavimento dell'antica Cattedrale ursiana, che in quegli anni veniva demolita per dar luogo al Duomo attuale. Per questo il Museo fu chiamato originariamente Sala Lapidaria.
Il percorso espositivo, costituito da quattro sale, è molto suggestivo, poiché si alternano in esso ambienti storici, reperti archeologici e opere d'arte. Di notevole rilievo ed interesse:
- ambone, proveniente dalla distrutta Basilica di San Giovanni e San Paolo
- statua bizantina acefala, forse raffigurante Giustiniano (VI secolo), in porfido
- lastra con il calendario pasquale (VI secolo), in marmo
- Croce dell'arcivescovo Agnello (VI secolo), in argento
- mosaici (XII secolo) dell'abside della Cattedrale ursiana, fra cui l'immagine di una Madonna orante
- frammenti tessili
- pianeta del X secolo ed un'altra del XIII secolo.
La visita al Museo offre infine un'emozionante sorpresa: la Cappella Arcivescovile di Sant'Andrea, costruita come oratorio privato da Pietro II, vescovo di Ravenna (494 - 519), e decorata con splendidi mosaici dell'inizio del V secolo.