Si tratta di una tomba a camera riutilizzata come cripta della chiesetta medievale di San Manno.
La struttura ipogea risale ai decenni finali del III secolo a.C. ed è formata da un vasto ambiente rettangolare con copertura a volta, rivestito da grossi blocchi squadrati di travertino. La camera è a pianta rettangolare; sui lati lunghi si aprono simmetricamente due piccole camere quadrate, anch’esse con copertura a volta. Sull’arco d’accesso della cella di sinistra è incisa una lunga iscrizione etrusca che corre su tre righe di diversa lunghezza. Il testo menziona la tomba costruita da Aule e Larth della famiglia Precu. Sono ricordati il padre Larth e la madre, della famiglia Cestna.
Sopra l'Ipogeo sorge la piccola chiesa di San Manno, eretta nel Trecento e restaurata nel XVI secolo: l’interno conserva qualche resto d’affreschi del Quattrocento e un affresco del 1585, attribuito a Scilla Peccenini.