La collezione, costituita da circa 500 pezzi, si è accumulata nel tempo dall’inizio del XIX secolo, periodo in cui Domenico Scinà ottenne la cattedra di Fisica Sperimentale, fino a metà del Novecento. Fu proprio Scinà a spingere l’Università di Palermo ad acquistare alcuni strumenti destinati principalmente a fornire un sussidio didattico-dimostrativo alle lezioni, a cui si affiancarono, successivamente, anche altri strumenti di ricerca.
I pezzi della collezione riguardano diversi ambiti della fisica, quali la meccanica, l’acustica, la calorimetria, l’ottica e l’elettromagnetismo, a testimonianza degli interessi prevalenti della ricerca scientifica condotta a Palermo. Tra questi ricordiamo la sfera armillare in ottone riconducibile al "meccanico" inglese Henry Drechsler, allievo dell'illustre costruttore londinese Jesse Ramsden, lo spettroscopio a quattro prismi di Duboscq, il banco ottico del Melloni costruito dalle officine Ruhmkorff di Parigi e in particolare la camera di ionizzazione utilizzata da Emilio Segrè, premio Nobel per la fisica nel 1959, per le ricerche scientifiche che hanno portato alla scoperta del Tecnezio nei laboratori dell'ex Istituto di Fisica dell'Università di Palermo assieme a Carlo Perrier.
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