La Quadreria è il risultato di acquisti del secondo Novecento. Legata al territorio, questa raccoglie dipinti soprattutto di scuola bolognese, dal Cinquecento al Settecento.
A fianco del San Vincenzo di Ludovico Carracci, la sala d’apertura ospita alcune esempi dei maestri del Seicento emiliano cresciuti sulla lezione dei Carracci, da Cantarini (allievo di Reni), al centese Barbieri, noto al mondo come Guercino. La stanza a fianco accoglie la Venere del ferrarese Luteri detto Dosso. C’è poi una saletta intera dedicata al Crespi bolognese, conosciuto come Lo Spagnuolo, che da giovinetto copiò tutta la sala Magnani. E lo stesso fece anche quel Burrini, altro estro cittadino, che passò al secolo come il Giordano bolognese. Dove tutto (o quasi) ruota attorno al fregio con le Storie della fondazione di Roma, affrescato attorno al 1590 da Agostino, Annibale e Ludovico Carracci, che avrebbe cambiato per sempre la storia della pittura in Italia.