La chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore sorge sul luogo dove si trovava un precedente luogo di culto, forse del periodo longobardo, annesso al Monastero Maggiore delle monache benedettine, il più vasto e antico cenobio femminile di Milano. Del complesso monastico, collocato sulle rovine del circo e delle mura romane, rimangono oggi, oltre alla chiesa di San Maurizio, porzioni dei chiostri, parti integranti dell’adiacente Civico Museo Archeologico.
È costituita da un’unica navata di forma rettangolare allungata, divisa tuttora in due vani da un tramezzo. L’anteriore destinato a chiesa pubblica, il posteriore a coro delle monache. Nella seconda metà del Cinquecento, Carlo Borromeo decide di rimpicciolire la grata divisoria tra la zona claustrale e quella pubblica per isolare maggiormente le monache di clausura.
Presenta una duplice chiave di lettura. A una facciata essenziale e rigorosa, in pietra grigia di Ornavasso, si contrappone un interno sfarzoso. Tanto da ospitare i cicli pittorici di alcuni dei principali artisti del Cinquecento lombardo: Bernardino Luini e i figli, Paolo Lomazzo, Ottavio Semino, Callisto Piazza, Simone Peterzano. La chiesa viene indicata come la "Cappella Sistina" di Milano o della Lombardia.
Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.