Il Cenacolo di Santa Croce (1333), nel refettorio del convento di Santa Croce, fu affrescato da Taddeo Gaddi. È solo una delle scene, riempiendo la fascia inferiore di un grande e complesso Albero della Vita con altre scene. Anticamente attribuita a Giotto, l'Ultima Cena è forse è la prima grande rappresentazione di tale tema a Firenze.
La scena si svolge nel tipico momento nel quale Gesù annuncia il tradimento di uno degli Apostoli. Giuda è rappresentato isolato, sull'altro lato del tavolo, unico di schiena e volutamente isolato dal resto dei compagni. Questa tradizione consolidata verrà spezzata solo da Leonardo da Vinci e in alcuni dei cenacoli cinquecenteschi. Qui la sua posa è molto marcata dall'atto di allungare il braccio per inzuppare un pezzo di pane nel catino comune davanti a Gesù, a rivelare il suo tradimento secondo una scrupolosa rappresentazione del passo evangelico. San Giovanni è completamente sdraiato e dormiente sulla gambe di Cristo, in un atteggiamento di grande familiarità.
Gli apostoli sono scanditi a distanza regolare, davanti a un tavolo realizzato con una prospettiva intuitiva che permette di vedere le vivande e, in basso, le gambe e i piedi dei commensali. Lo sfondo è scuro e piatto, con la riproposizione delle cornici decorative che scandiscono la parte superiore, anche dietro agli apostoli.