Fu realizzato a metà degli anni novanta all’interno del torrione sud-est del Castello, per soddisfare la duplice esigenza di esporre e di conservare in un luogo sicuro alcuni reperti già in parte precedentemente situati sul sagrato della chiesa.
La località, detta Faveris (Favera) o Villa Faveri, lascia ipotizzare la probabile continuazione di un toponimo di età romana.
Il museo raccoglie importanti reperti rinvenuti nell'area archeologica adiacente alla sede museale, materiali archeologici provenienti dei recuperi occasionali nonché reperti portati in luce dai ripetuti sondaggi condotti dalla Soprintendenza, che testimoniano la presenza umana databile dalla media età repubblicana fino all’età imperiale romana.