Un video introduttivo accoglie i visitatori del Museo Storico del Rame nella sala delle proiezioni attrezzata anche per presentazioni e conferenze. La lavorazione del rame nella storia viene presentata attraverso una accurata ricostruzione corredata di filmati rarissimi.
All’interno del Museo storico del Rame il primo ambiente è quello della Fonderia dove i possenti magli e il fuoco della fucina, alimentato da un gigantesco mantice, provvedevano alla trasformazione del “forgiato” che da materia prima iniziava qui ad assumere forma. Un mondo antico e affascinante risalente all’epoca medievale ormai visibile solo grazie a questa fedele ricostruzione, durato ad Agnone fino al 1970 anno di chiusura della “Ramera di San Quirico”.
Dalla fonderia si passa alla Bottega del ramaio, dove i maestri artigiani, veri artisti del metallo rosso, facevano a gara a trasformare i “forgiati” negli oggetti che il mercato richiedeva: tine, conche, pentole, caccavi e molti altri ancora la cui qualità era proverbiale. Centinaia di attrezzi, tutti originali, i “cavalli” la “panca”, il “palacciuolo” e le tenaglie “a becco di cigno”, ad esempio, rendono la visita una vera immersione nell’arte che rese famosa Agnone in tutto il Regno di Napoli.
Il percorso continua nella bottega di Felice Gerbasi (anni sessanta, padre dell’attuale titolare) che da abile maestro artigiano interpretò i nuovi tempi trasformando il lavoro del “Calderaio” in una attività moderna e artistica con la realizzazione di oggetti a sbalzo di grande valore ancora oggi ricercati. Il Museo è completato dall’esposizione di centinaia pezzi antichi delle varie epoche alcuni risalenti al quindicesimo secolo, come diversi esemplari della famosa “Tina p’Agnone”.