Progettato dall'architetto camerale Cosimo Morelli di Imola (1729-1812), con sala ovale e scena "a tre bocche", il teatro venne inaugurato il 26 settembre 1790. Il triplo arcoscenico fu però subito sostituito da uno più canonico ad opera del pittore-architetto Giuseppe Lucatelli. Una nuova riforma della sala di spettacolo venne operata nel 1830 dall'architetto Pietro Ghinelli, autore del teatro delle Muse di Ancona.
Pregevole è il dipinto sul soffitto, dipinto a tempera, opera di Luigi Cochetti (Roma, 1802-1884), allievo di Tommaso Minardi, raffigurante i Numi dell'Olimpo, con Giove, Giunone, le tre Grazie e le sei Ore notturne danzanti, intenti ad ascoltare il canto di Apollo. Lo stesso Cochetti ha realizzato anche il sipario, raffigurante Armonia che consegna la cetra al genio fermano.
Al centro splende un grande lampadario a 56 bracci in ferro dorato e foglie lignee, alimentato originariamente a carburo, ordinato a Parigi nel 1830. Nel 1830 Alessandro Sanquirico, il maggiore scenografo del tempo, dipinse per il Teatro alcuni fondali, di cui quattro ancora conservati.
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