La Chiesa risale, nella sua primitiva struttura più bassa di quella attuale, agli inizi del Quattrocento, quando, a seguito di un’epidemia di peste che aveva afflitto la cittadina, durante la quale si diffuse il culto per la Madonna della Misericordia, fu fatta edificare dalla famiglia dei conti Ferretti, proprietaria del feudo, che la utilizzò anche come tomba di famiglia.
La chiesa presenta all'interno interessanti affreschi della scuola marchigiana, risalenti al 1450-55, che furono probabilmente coperti nel 1610, durante i restauri compiuti dalla famiglia Ferretti, di cui resta testimonianza in un’epigrafe, e riscoperti nel Novecento, in occasione dei lavori di restauro commissionati dai Ferretti, effettuati nel 1938-40 da Dante De Carolis e Mario Pesarini. Alcuni affreschi furono distaccati e poi ricollocati nel 1969.
L’intera decorazione è ritenuta di una stessa mano, di gusto pienamente tardogotico, fiammeggiante nella cattedra del Santo Vescovo nella parte destra. Originariamente riferiti al pittore Giacomo di Nicola da Recanati, vanno invece, secondo lo storico dell'arte Andrea De Marchi, attribuiti a un maestro forse associabile a Giambono di Corrado da Ragusa, pittore della cosiddetta "scuola di Ancona", attiva in città tra Trecento e Quattrocento, il cui principale esponente era Olivuccio di Ciccarello.
Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.