L’Antiquarium Truentinum, che è una delle cinque sezioni del Museo del Mare. Il percorso inizia con la carta archeologica del territorio di San Benedetto del Tronto dove sono segnalati i luoghi del rinvenimento dei reperti esposti e delle emergenze architettoniche ancora visibili. Ai manufatti litici esposti, oggetti in selce lavorati dall’uomo e frammenti di ceramica databili all’epoca Neolitica, si aggiungono, per il Bronzo Antico, la "Collezione Guidi", asce bronzee rinvenute nel primo novecento, per il Bronzo medio recente e finale, i frammenti di ceramica rinvenuti tra Monte Renzo e Fosso dei Galli. A seguire vetrine con reperti dell’età del Ferro, periodo in cui il territorio è stato abitato dai Piceni. In una piccola sala spicca il grosso frammento di statua togata affiancato da due urne cinerarie, da un frammento di epigrafe con iscrizione OMNE SOLV. (probabilmente votiva) e dal sarcofago in pietra proveniente da S. Donato di Monteprandone.
Nella sala successiva due vetrine custodiscono i reperti anforacei rintracciati a Monterenzo e Monteprandone, gli istrumenta domesticum di via dei Lauri di San Benedetto, i frammenti di ceramica a vernice nera e sigillata di Fosso Sgariglia, al confine tra S. Benedetto e Grottammare, e tutti i reperti, sempre provenienti dal territorio, che mostrano le classi ceramiche dell’età romana.
Nell’ultima sala, oltre ad un enorme sarcofago di pietra e ad un grosso dolium, è raccontato lo scavo del "Paese Alto" che ha riportato alla luce tratti di una domus romana. Infatti, i recentissimi lavori effettuati (2009-2012) hanno intercettato le radici romane della città. Si tratta di una fattoria con signorili stanze d’abitazione affiancate ad ambienti di lavoro e di utilità che assieme coprono quasi la metà dell’area occupata dalla rocca fortificata fino al 1600.