Il museo nasce soprattutto dalla consapevolezza e dalla necessità di conservare, tutelare e rivisitare un patrimonio artistico ricco di poesia e di eredità culturale in un tempo di confusione e di dissacrazione dell'arte. Artista profeta, sviluppando la sua ricerca in solitudine, con profonda coerenza, lontano da ogni corrente, fedele soltanto alla propria ispirazione, con la sua pittura, fin dagli anni cinquanta e in modo assolutamente moderno, tra le altre cose ha raccontato e rappresentato una particolare tradizione culturale, quella contadina valtellinese, che stava per scomparire e lottava per sopravvivere.
Le opere esposte sono frutto di una severa selezione e coprono quasi l'intero arco della produzione artistica del maestro. Con la fedeltà al suo mondo ha sviluppato una poetica controcorrente, moderna, lirica e che, nei suoi mille volti, rappresenta un inno alla sua Valtellina. Ora in questo museo, accanto ai suoi quadri, si sente rivivere il pittore. I suoi dipinti infatti rappresentano il meglio di Vaninetti, il suo talento, la sua modernità, il suo anticonformismo, la sua semplicità raffinata e la sua poesia sommessa. Egli continua così a porci domande vitali e la modestia delle sue raffigurazioni appare quasi inquietante in un mondo che urla e non sa più ascoltare né apprezzare l'armonia.