Il Museo diocesano della Valle Intelvi raccoglie importanti documenti e reperti della Val d’Intelvi. Il Museo è strutturato in più sezioni: scultura, oreficeria, pittura, libri, tessuti, disegni, manifestazioni religiose, stampe, mobili, documenti d’archivio, strumenti di lavoro; letteratura, fotografia e giornali.
Tra le opere custodite, i pezzi d’ eccellenza sono rappresentati dalle statuette lignee scolpite da Ettore Ferrata, artista nativo di Pellio Inferiore e attivo a Roma, scolpite nel XVII sec. Dei fratelli Carloni sono invece in mostra disegni di figura, progetti di altari e le splendide tele di Carlo Innocenzo, tra cui alcuni ritratti della prima metà del 1700 raffiguranti importanti esponenti di famiglie locali che facilitarono la carriera dei due artisti tra Austria e Germania. Altre opere pregevoli sono alcune statue mariane e una tela barocca raffigurante l’“Incontro di Davide e Abigali” del 1650 circa, realizzata da Giovanni Battista Carlone, del ramo Carloni Rovio Canton Ticino.
Risalenti al XVI secolo sono un nucleo di importanti affreschi: alcuni vennero strappati dalla Chiesa Santa Maria Scaria mentre altri raffiguranti il ritratto di Domenico De Allio e soggetti allegorici e ornamentali provengono dall’ abitazione privata della casata intelvese.
Il manufatto più antico del museo è la croce ‘antelamica’, croce processionale del XII secolo in rame dorato e cristallo di rocca tra le più antiche nella Diocesi di Como e che deriva il suo nome da “Valle Antela”, antica denominazione della Valle Intelvi. Un’altra croce astile meritevole di segnalazione è quella attribuita all’ambito di Francesco di Ser Gregorio da Gravedona, orafo attivo tra il XV e il XVI secolo nel paese natale.
Ai paramenti liturgici è dedicato uno spazio apposito. In teche e in cassettiere sono visibili pianete, piviali, tunicelle tessute in materie pregiate, indicative dell’alto livello manifatturiero raggiunto nei secoli passati.