L’edificio si trova al centro di un podere che si espande a seguito di acquisti, permute e donazioni fino a comprendere alcune cascine ancora esistenti: Guzzafame e San Pietro; altre, ormai abbattute, erano Santa Maria e Fontana (oggi complesso edilizio di fronte al muro del giardino della Certosa). La proprietà dell’edificio e dei poderi circostanti è assegnata alla Certosa di Pavia (appena costruita) da Gian Galeazzo Visconti nel 1400, togliendola d’imperio a Jacopo Dal Verme (il condottiero che l’aveva avuta in dono dallo stesso duca). La Certosa di Pavia è perciò riprodotta in un affresco in gran parte consumato sopra il portone d’ingresso.
Risale alla metà del Cinquecento l’Oratorio che si trova all’interno del complesso, dedicato a Sant’Ippolito e i cui affreschi sono stati affidati ad Aurelio e Giovan Pietro Luini (due dei quattro figli del più celebre Bernardino Luini) nel 1578 dalla Certosa di Pavia. Le scritte Gra Car testimoniano la committenza dei Certosini. Oltre a rappresentazioni riguardati la vita del Santo al quale l’oratorio è dedicato, numerosi sono i riferimenti alla vita dei monaci e al suo Santo fondatore, San Brunone. Degno di nota è anche il soffitto ligneo a cassettoni, dipinto probabilmente a tempera e riccamente decorato.
Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.