La Villa, giunta sino a noi, è verosimilmente di epoca sillana (a partire dall'83 a.C.), e ricalca il progetto edilizio, rivoluzionario per l'epoca, di un santuario dedicato a Venere, protettrice della fortuna del nuovo dittatore, Lucio Cornelio Silla, un nuovo culto destinato a mettere in ombra la più antica divinità, rivolto verso il porto e le attività commerciali e non più verso la città e le attività agricole del territorio.
La villa di circa 8.000 metri quadrati, comprende tre terrazze. Nel lato est si natano i restauri eseguiti dal Principe Poniatowsky, oltre l'impianto di un frutteto, di una vigna e di un giardino sullo spiazzo delle rovine. Qui eresse il padiglione dei Quattro Venti, a forma di piccola torre, dove il nobile era solito recarvisi per respirare l'aria balsamica del mare.
L’ex triumviro, Marco Emilio Lepido rimase al Circeo fino alla morte (13 a.C.), la tradizione vuole che la sua dimora sia da identificarsi in questa villa, poco al di sotto del centro storico lungo la strada che conduce al porto. Dissente da questa teoria, invece, Giuseppe Lugli (archeologo e docente ordinario di Topografia romana), che ritiene l’ubicazione della villa di Lepido lungo le sponde del lago di Paola, dove successivamente sorse la “villa di Domiziano” mentre attribuisce ad un ricco Circeiense la Villa dei Quattro Venti.
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