L’insieme dell’esposizione crea una panorama esaustivo dell’arte libraria antica partendo dall’epoca classica, con ricostruzioni tecnico scientifiche di capsae, volumina papiracei e pergamenacei, fino ad arrivare a esemplari originali di stampe, incisioni, volumi e manoscritti su pergamena e carta. La collezione è arricchita inoltre da strumenti quali torchi lignei del XVII e XIX secolo, torchi per la stampa completi di caratteri mobili in legno e piombo. All’interno dello scriptorium sono inoltre esposti al pubblico i colori e i materiali di origine minerale, animale e vegetale che diventano elementi vivi e attivi delle prove pratiche di laboratorio a cui gli studenti prendono parte. Ogni pezzo della collezione è ancora perfettamente funzionante e mantenuto tale attraverso una continua opera di conservazione da parte restauratori ed esperti del settore.
Uno dei documenti tiburtini più importanti e più antichi è il Regesto Tiburtino, volume pergamenaceo, scritto agli inizi del XII secolo, con aggiunte nella seconda metà del secolo. L'importanza storico- tecnica del codice risiede nel fatto che si tratta di una trascrizione, per opera di due scribi, dei documenti più antichi della città di Tivoli, che riguardano i privilegi della sua chiesa. Tale trascrizione avvenne, direttamente, dagli originali in papiro conservati nell'Archivio Vescovile di Tivoli. Si tratta di un lavoro attento a segnalare anche le eventuali difficoltà: "non ultra lectum est", annota lo scriba che non riusciva a trascrivere ciò che sull'originale papiraceo era irrimediabilmente deteriorato. Il codice presenta delle miniature, anche a piena pagina, eseguite quasi con certezza dagli stessi amanuensi che copiarono i testi. Le miniature del Regesto di Tivoli, esposte in sala, sono state realizzate dal Laboratorio-Museo Didattico del Libro Antico, su supporto papiraceo così com'erano in origine.