Villa Saluzzo Bombrini, posta più in alto rispetto alle altre ville di Albaro, è circondata da un ampio parco con retrostante bosco ricco particolarmente di pini marittimi mentre di fronte al prospetto principale, in posizione leggermente digradante, si trova un elegante giardino all'italiana ornato da una fontana con grandi rane in bronzo.
Il Vannone volle distaccarsi dallo stile alessiano in voga in quel tempo a Genova, caratterizzato da una struttura cubica, tripartita da lesene, e con tetto piramidale: l'architetto lombardo realizzò invece un corpo architettonico di impianto rettangolare, privilegiando la forma allungata rispetto all'altezza, con una doppia loggia angolare aperta sul paesaggio circostante (quella di ponente, unico caso nelle ville genovesi, si estende per l'intera profondità dell'edificio, offrendo un'ampia vista sulla città).
Gli interni, articolati su un piano terra, un piano nobile ed un mezzanino, sono impreziositi da affreschi e decorazioni di Giovanni Andrea Ansaldo nell'atrio, di Lazzaro Tavarone nel salone centrale (Genovesi alla presa d'Anversa, 1622) e nella loggia di levante e Bernardo Castello nella loggia di ponente e in una delle stanze.
Il giardino, che ha sostanzialmente conservato l'aspetto originario, è stato identificato con quello raffigurato nel dipinto di Alessandro Magnasco Trattenimento in un giardino di Albaro (1735), conservato a Palazzo Bianco; il pittore ci ha lasciato un'istantanea della vita e dell'ambiente in cui la società ricca trascorreva la sua villeggiatura nella prima metà del XVIII secolo. Nel dipinto si vedono piccoli gruppi di persone nel giardino della villa intente a conversazioni, danze e giochi di carte, sullo sfondo della piana del Bisagno, nella zona di San Fruttuoso, ancora tutta coltivata a orti.
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