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Teatro Romolo Valli

Teatro Romolo Valli

Teatri Storici / REGGIO EMILIA

L'edificio teatrale fu costruito tra il 1852 ed il 1857. Fu ideato e condotto a termine dall'architetto modenese Cesare Costa e i lavori furono diretti dall'ingegnere reggiano Antonio Tegani seguendo il modello del precedente Grand Théâtre de Bordeaux. La sala interna si presenta come un tradizionale teatro d'opera all'italiana, con pianta a ferro di cavallo e cinque ordini di palchi. Il teatro fu inaugurato il 21 aprile 1857 con l'opera Vittore Pisani del musicista Achille Peri (1813-80).

L'edificio ha pianta rettangolare di  m 80x43.60 con aggiunte anteriormente due logge pure rettangolari di  m 26,40 x 5,20. Copre un'area di m2 3763. La facciata misura m. 54. La sala aveva una capacità media di 1.609 spettatori (oggi ridotti a 1.150), e dopo le modifiche del 1907 (la cassa armonica fu collocata in trincea accorciando il palcoscenico) misura m. 22,60 per 18.40. II palcoscenico profondo m. 26,60, largo m. 31,20, ha 56 camerini per artisti e 16 sale per le masse. Il teatro conta anche una vasta sala superiore che è stata utilizzata come scuola di scenografia.

L'interno fu decorato dal prof. Girolamo Magnani coadiuvato nel vestibolo e nell'atrio da Pasquale Zambini. Nel vestibolo sono posti i busti di Cesare Costa e Achille Peri e due medaglie dello scultore Ilarioli raffiguranti Plauto e Terenzio. L'atrio ha forma di ottagono allungato, con colonne e decori, fra cui le dodici Baccanti della volta (opera di Giuseppe Ugolini) e medaglie con punti a chiaroscuro (Magnani). I busti ai lati dell'ingresso rappresentano Cesare Pariati, scrittore melodrammatico (m 1733) e Francesco Fontanesi, rinnovatore della scenografia. Al sommo dello scalone che conduce al ridotto (dove aveva sede la Società del Casino, ora in Palazzo Tirelli) è il busto di Ludovico Ariosto di Ilario Bedotti.

Nella sala che ha forma ellittica prevalgono il bianco e l'oro, vi sono quattro ordini con 106 palchetti, il palco reale e una loggia. I dipinti allegorici del soffitto, da cui pende il lampadario di cristallo, sono opera di Domenico Pellizzi, artista reggiano, con allegorie del melodramma (lato della porta), a sinistra la commedia, a destra la tragedia, e infine la coreografia.

Il sipario fu dipinto da Alfonso Chierici che vi espresse "II Genio delle Arti che loro addita i più chiari uomini d'Italia perché in essi si inspirino e risorgano". Nel cartone il pittore aveva alluso all'Italia, ma il duca, non apprezzando il riferimento risorgimentale, fece dipingere un genio con la fiaccola rivolta verso il basso. Il secondo sipario (comodino) rappresenta una gran veduta di paese ed è opera dell'artista Giovanni Fontanesi.

Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.

Orario Apertura

Vengono effettuate periodicamente visite guidate è possibile contattare la fondazione per mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Aggiornamento Pagina: 01/11/2024