Non si tratta in realtà di un unico palazzo, ma del risultato della ristrutturazione sei-settecentesca di numerose costruzioni sorte a partire dal 1046, tutte con la medesima funzione di edifici amministrativi e di rappresentanza. L'antica Torre civica venne eretta nel XVI secolo al posto del duecentesco Arengario. Oggi è detta Torre Mozza, in quanto crollò nel 1671 in seguito a un terremoto. Interessante nell'ala nord è la Sala delle Bifore, ambiente in cui è tornata alla luce parte della precedente facciata medievale, arretrata di alcuni metri rispetto alla precedente.
All'interno è degno di nota il fregio della Sala del Fuoco, una serie di dipinti eseguiti da Nicolò dell'Abate nel 1546, raffiguranti gli Episodi dell'assedio di Modena del 44 a.C.: un'occasione per raffigurare i personaggi della storia romana (Marco Antonio, Bruto, Augusto) in uno sfondo tipicamente ‘emiliano' in cui appare anche qualche veduta della città.
Nel Camerino dei Confirmati è custodita uno dei simboli della città: la Secchia rapita, un normale secchio di legno che ricorda ai modenesi la gloriosa vittoria ottenuta contro i bolognesi nel 1325 nella battaglia di Zappolino. Secondo un'antica cronaca, ritrovata nel Seicento, i modenesi sottrassero la secchia a un pozzo bolognese e la riportarono in città come trofeo. Costituisce l'oggetto e il titolo del celebre poema eroicomico di Alessandro Tassoni La secchia rapita, del 1622.
Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.