Splendido esempio di barocchetto, l'oratorio di San Rocco è occupato su tre lati da stalli in legno intagliato, marmorizzato e dorato e presenta nella parte alta, entro cornici a stucco ovali, rettangolari e mistilinee, la quadreria con le Storie della Vergine: dodici opere realizzate nel 700 da pittori di ambito emiliano romagnolo, tra cui Gandolfi, Righini e Gottarelli. Sopra le porte d'accesso, due oli su rame, San Cassiano e San Rocco, di Bartolomeo Cesi. Esso è soprastante a Santa Maria del Soccorso "in Valverde", che deve questo attributo al parco di una villa romana che, secondo la tradizione, vi sorgeva e fu abitata dall'epigrammista Marziale. Edificata nel ‘300 una prima chiesa, divenne poi proprietà di una compagnia di nobili laici che si radunavano per attività filantropiche.
Il luogo assunse sempre più importanza grazie all'immagine della Madonna del Soccorso, che aveva il potere di impetrare la pioggia. Dove sorgeva la chiesa trecentesca, semplice con un solo altare, nel 500 la confraternita di Valverde ne edificò una nuova con ingresso su via Valeriani, come testimonia il vecchio portale. Nel 600 fu innalzata la cupola sopra l'altare maggiore e allungata la navata su cui sorse l'aula rettangolare dell'oratorio, coperta da una volta ribassata poi rifatta dopo i bombardamenti. Internamente questo spazio è dominato dalla policromia degli stucchi, dei quadri e degli arredi che risalgono al 700.
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