E’ l’unico esemplare nell’Italia Settentrionale di lavorazione del legno per ricavarne trucioli, e da questi la treccia che, ricucita, dà forma ai cappelli di paglia che per secoli sono stati la principale attività della frazione. Risale infatti al ‘600 l’inizio della produzione dei cappelli, che è durata fino a una decina di anni fa nel 2004, quando chiuse la fabbrica Fratelli Ruina (che ha donato parte delle attrezzature in esposizione).
Sono ospitate una rifilatrice in legno del ‘700 donata da Angelo Leidi, dei Vergari, borgata nei pressi di Casoni e tre macchine per la rifilatura dei tronchi di pioppo, concesse dai fratelli Nullo e Bruno Ruina di Villarotta. L’idea venne a un carpigiano, Nicolò Biondo (1456-1516), al servizio dei frati di un Convento di Carpi: prendendo un ramo di salice e liberandolo della scorza, si accorse che procedendo al taglio di lunghe strisce con la roncola, queste si potevano intrecciare come il gambo dei cereali (riso o grano) con i quali di solito venivano fatti i cappelli di paglia in varie parti d’Italia. Fin dal secolo 1600, a Villarotta si producevano trucioli e trecce, con relativi cappelli, tanto che nel Settecento le mappe del territorio e i documenti vedono la scritta “Villa de’ Cappelli”, a segnalare una delle principali attività di questa località.