La Grotta di Onferno, nota fin dal XIX secolo, è di gran lunga la cavità più conosciuta della Romagna orientale. Si tratta di un traforo idrogeologico che si sviluppa in un blocco alloctono di gesso macrocristallino.
Dalle pendici argillose di Monte Croce scendono due piccoli rii che, raggiunta la rupe gessosa di Onferno, confluiscono e iniziano a scorrere per un breve tratto sottoterra. Le acque riaffiorano poco piú a valle, all'interno di una forra densamente boscata. La grotta di Onferno si sviluppa lungo tutto il tratto ipogeo del corso d'acqua.
Nel primo tratto, lungo il torrente, si percorrono gallerie impostate lungo fratture con pareti verticali modellate dall'acqua in forme sinuose. Successivamente si incontrano i tipici concrezionamenti calcarei (alabastrini) delle grotte gessose; i piú estesi, di un acceso colore aranciato per la presenza di ossidi di ferro, formano una bella colata che decora una parete con stillicidio concrezionante attivo. Nel tratto successivo, si abbandona il livello attivo raggiungendo ambienti fossili dove si sono ampliate alcune sale per fenomeni di crollo. Nella Sala Quarina la volta é movimentata da mammelloni, curiose strutture coniche che indicano la base di uno strato di gesso. Il clima é qui piú caldo e asciutto rispetto alle gallerie dove scorre l'acqua. Preseguendo, lungo alcune superfici si notano le luminose infiorescenze di cristalli gessosi cresciuti sulla roccia selenitica.
Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.