La prima testimonianza certa dell'esistenza del castello è un atto notarile d'acquisto datato 1028, un altro atto del 1163 che ne attesta la proprietà al monastero di San Savino in Piacenza, mantenuta fino al 1453 quando venne ceduto alla famiglia riminese dei Marazzani che la mantenne nei secoli fino agli attuali proprietari Pettorelli loro discendenti. Subisce pesanti distruzioni nel 1216 a causa dei pavesi e parmigiani e nel 1247 dalle truppe dell'imperatore Federico II per riparare le quali l'abate provvede nel 1280 alle opere ricostruzione e al rialzo della torre.
Complesso fortemente articolato, di pianta trapezoidale, è completamente circondato dalle mura, a cui sono addossati gli edifici, e da un ampio fossato ancora oggi colmo d'acqua. Risulta diviso in due settori separati da un muro, uno, a sud, con un grande piazzale circondato dagli annessi agricoli: scuderie, fienili, porticati e abitazioni dei braccianti; l'altro, a nord, a sua volta suddiviso in due cortili: uno con la residenza signorile, il pozzo, il torrione maggiore e altre abitazioni; l'altro con la cappella e l'edificio attraverso a cui si accede al giardino. L'accesso, sul lato sud, è protetto da un massiccio dongione che porta gli incassi dei due ponti levatoi, uno per il passaggio pedonale e l'altro per i carriaggi. Le torri, tutte a base quadrangolare ma di forma e dimensioni diverse, sono quattro distribuite lungo le mura in modo irregolare. Insolita la collocazione della torre nord posta fuori le mura ma all'interno del fossato.
La parte più antica è l'oratorio dedicato a Santa Maria, inglobata in un secondo tempo nel palazzo residenziale. Risalente all'alto medioevo presenta una originale pianta a croce greca, divisa in nove campate coperte da voltini. Quattro sottili colonne in pietra con capitelli e pulvini, di fattura differente, dividono le campate. La muratura è in ciottoli legati con malta, differente dalle altre costruzioni che sono tutte in laterizio.
Il castello, che è visitabile il sabato da maggio a ottobre o su prenotazione negli altri giorni, ospita da una decina d'anni la rassegna Frutti antichi dedicata alle varietà di piante, fiori e frutti che rischiano di scomparire.
Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.