La cosiddetta "Casa di Livia" è una delle abitazioni repubblicane rimaste sul colle Palatino, scavata dal 1869. L'attribuzione della casa alla moglie di Augusto è priva di fondamento reale e risale ai primi scavi condotti da Pietro Rosa su incarico di Napoleone III. L'edificio si trova poco distante dal tempio della Magna Mater, sull'estremità occidentale del colle, su una terrazza più bassa del tempio e su un terreno lievemente in pendenza.
L'attribuzione della casa come "di Livia" è basata solo sulla traccia del nome generico sulla tubatura e da elementi circostanziali come la vicinanza alla Casa di Augusto. In ogni caso non si tratta della casa dove Livia visse col primo marito Tiberio Nerone, ma forse un appartamento a essa riservato nella casa del marito, che era un agglomerato di numerose case più antiche. Dopo il ritorno dalla Sicilia del 36 a.C., infatti, Augusto si dedicò a questa abitazione e potrebbe essere stata l'occasione in cui avvennero le forti modifiche che resero la "casa di Livia" una sorta di dépendance non autosufficiente. Le pitture risalgono infatti agli anni 30 a.C. e alcuni restauri in mattoni sarebbero pertinenti a dopo l'incendio del 3.