La Villa fu scavata tra il 1981 e il 1985. La parte oggi visitabile del complesso si estende per circa mq. 1400; la villa si articola su più livelli raccordati da scale ed aree scoperte. Il nucleo più antico risale all'età tardo-repubblicana, mentre in età augustea-tiberiana un ampliamento portò alla realizzazione di un impianto termale e di un triclinium con annesso ninfeo, splendidamente decorato con tessere in pasta vitrea, ubicati sul terrazzo più basso. Nella metà del I d.C. l'impianto termale fu ampliato con la realizzazione di un frigidarium, di un tepidarium e di due calidaria con corridoi di passaggio. Molti degli ambienti portati alla luce, in particolare quelli del terrazzo mediano, conservano pitture parietali del III e IV stile e pavimentazione in opus signinum. In età tardo-antica la villa fu progressivamente depredata dei rivestimenti marmorei e degli elementi lapidei e parte degli ambienti fu rifunzionalizzata come aree di lavorazione: il triclinio ad esempio fu trasformato in frantoio. La distruzione definitiva del complesso avvenne nel V-VI sec. d.C. in seguito agli eventi vulcanici che investirono anche i vicini insediamenti di Nola e Avella.
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