Questo piccolo tempio su podio con colonne e capitelli in marmo e con l’altare davanti era dedicato, come molti altri luoghi di culto diffusi in tutto l’impero romano, non solo alla celebrazione di specifici rituali in onore dell’imperatore Augusto (31 a.C.–14 d.C.), ma anche alla propaganda in favore della casa imperiale da parte dell’élite locale. In questo caso, un’iscrizione ci restituisce il nome del costruttore dell’edificio: Marco Tullio, figlio di Marco, duoviro di Pompei.
L’edificazione del tempio a proprie spese e su un terreno di sua proprietà, rendeva Marco Tullio un valido sostenitore dell’imperatore. Il culto della Fortuna Augusta era curato da un collegio di servi e liberti, cioè di gruppi particolarmente legati all'imperatore quale garante dei loro diritti ed ambizioni. I rivestimenti marmorei che ornavano l’edificio furono asportati già pochi anni dopo l’eruzione. Nella cella del tempio era la statua della Fortuna e nelle nicchie laterali quelle della famiglia imperiale.