Il Museo è sito al pianterreno del Palazzo arcivescovile costruito alla fine del Settecento accanto alla Cattedrale di Maria SS.ma Assunta. Il percorso museale ha l’intento, in particolare, di documentare le distinte identità storica e religiosa delle antiche sedi episcopali di Reggio Calabria e di Bova, fuse nel 1986.
Le opere sono accolte in spazi tematici dedicati: ai Frammenti della memoria, ove sono marmi sei-ottocenteschi appartenuti all’antica Cattedrale; alla Celebrazione del Sacrificio eucaristico, ove la ricostruzione di un altare è occasione per esporre, in particolare, paliotti e vasi sacri per l’Eucarestia; all’Arte per la liturgia, ove sono oggetti liturgici connessi all’aspersione, all’incensazione e alla lettura e predicazione; al Tesoro delle Cattedrali, ove si espongono pregevoli argenterie sacre databili tra Cinque e Novecento; alle insegne che contraddistinguono la dignità e il ruolo del vescovo, ove risalta il ruolo dei singoli prelati in qualità di committenti di opere d’arte; al rapporto tra Arte e devozione, con suppellettili e vesti liturgiche appartenute alle confraternite reggine, e tra Arte e culto dei Santi, con reliquiari e corredi di immagini sacre.
Tra le opere più significative esposte sono: la Resurrezione di Lazzaro attribuita al pittore napoletano Francesco De Mura, allievo di Francesco Solimena (terzo decennio sec. XVIII); l’Ostensorio raggiato disegnato dal polistenese Francesco Jerace nel 1928, in occasione del Congresso Eucaristico regionale svoltosi a Reggio Calabria; il settecentesco Reliquiario a braccio di San Giovanni Theriste, le cui reliquie furono consegnate da Apollinare Agresta, abate del monastero italo-greco di Stilo, a monsignor Marcantonio Contestabile, vescovo di Bova dal 1669 al 1699; il Bacolo pastorale di mons. Antonio de Ricci, arcivescovo di Reggio dal 1453 al 1490, opera in argento e smalti di scuola napoletana; un Crocifisso in avorio donato alla Cattedrale dall’arcivescovo Alessandro Tommasini (1818–1826); pregevoli manufatti tessili appartenuti alla Confraternita dell’Immacolata nella chiesa della SS. Annunziata e, tra essi, un parato nobile in broccato di seta, opera di manifattura lionese (secondo quarto sec. XVIII); due corone in argento datate 1614 appartenenti al busto marmoreo rinascimentale della Madonna con Bambino conservato nella Concattedrale della Madonna Isodia a Bova.