Il palazzo fu innalzato nei primi anni del Cinquecento, probabilmente da Antonio Saraceni, nobile bolognese e saltuariamente membro del Senato dal 1468 al 1502. L’edificio venne costruito sulle fondamenta di una casa che apparteneva alla famiglia Clarissimi dal XIII secolo. Una lapide posta nell’adiacente vicolo San Damiano ricorda, infatti, la torre di Alberto Clarissimi, trasformata nel 1469 nell’attuale altana e tuttora riconoscibile. Sfarzosa e importante dimora, Palazzo Saraceni fu scelto, dopo la cacciata dei Bentivoglio, nel 1510, come la sede più appropriata dove ospitare due ambasciatori veneti a seguito del pontefice Giulio II.
La partitura architettonica dell’edificio è modulata secondo un ordine ritmico rigoroso, nel quale ha un ruolo importante l’ornato in terracotta che impreziosisce il disegno delle finestre e del cornicione. Il disegno della facciata fonde così la solida tradizione bolognese con l’innovativo linguaggio architettonico fiorentino. Oggi, nello spazio al piano terra, vengono organizzate mostre d’arte ed eventi culturali di grande richiamo.
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