L’Atelier di Tullio Vietri (Oderzo, 23.01.1927- Bologna 23.04.2016) si trova a Bologna in via Saragozza 135. È stato il suo rifugio, intimo e quasi impenetrabile. Un luogo di lavoro, un laboratorio e un deposito dove negli anni si accumulano giornali, riviste, pennelli, colori a tempera, acrilici, vernici, colla, puntine, chiodi, martelli, materiali di recupero, pannelli di faesite, fogli di carta e gli oggetti più disparati insieme a documenti d’archivio, disegni e dipinti accatastati gli uni sugli altri. È qui che, tra il 1995 e il 2008, Vietri dipinge e raccoglie la stragrande maggioranza delle sue opere e dove continua incessantemente a produrre finché gravi difficoltà di deambulazione gli impediranno di raggiungerlo.
È stata quindi collocata nello studio la maggior parte della collezione privata, sulle pareti sono stati esposti i quadri già montati, sugli scaffali sono stati collocati centinaia di fogli messi da parte negli anni per la famiglia e anche qualche cartella di grafica sempre conservata nell’abitazione dell’artista è andata a ricostruire l’ambiente insieme ad un piccolo gruppo di dipinti a olio della giovinezza gelosamente custoditi tra le cose di casa. Nell’ atelier è stata portata anche la grande scrivania che per anni era stata in biblioteca, insieme alla macchina da scrivere su cui Anna Maria batteva sotto dettatura i testi del marito. Infine i cataloghi degli artisti recensiti nella rivista, dei contemporanei di cui aveva visitato le mostre o semplicemente di quelli più vicini per amicizia o per conoscenza personale. Qualche mobile di casa completa l’ambiente che pur non essendo più quello di Vietri vivente, restituisce comunque un’immagine veritiera dell’uomo, dell’artista e dell’operatore culturale.