La fondazione di questa abbazia viene fatta risalire all'opera di Carlo Magno (di cui la chiesa conserva raffigurazione in un frammento di affresco); in realtà possediamo solo una falsificazione in forma di copia semplice dell'anno 798, confezionata alla metà del XII secolo, nella quale Carlo Magno su domanda dell'abate Teodemaro di Montecassino conferma allo stesso monastero cassinese i beni e le immunità, tra i quali la chiesa di San Liberatore, già a lui conferiti da suo padre Pipino e da Carlo, fratello di quest'ultimo.
La prima attendibile testimonianza documentaria circa San Liberatore è il Memoratorium dell'abate cassinese Bertario di Montecassino (856-883), una delle cui redazioni è contenuta nella Chronica sacri monasterii casinensis di Leone Marsicano, dove sono indicate le ormai numerose pertinenze liberatoriane (terre, chiese, monasteri).
L'abbazia si trova immersa in uno scenario di suggestivo valore naturalistico, si presenta con una facciata bianca equilibrata nei volumi e affiancata da un campanile a pianta quadrata sviluppato in tre piani traforati da monofore, bifore e trifore. La facciata ha uno schema disegnato da rilievi verticali con un gusto lombardo.
Nella chiesa di San Liberatore sono conservati due cicli di affreschi medievali, risalenti ad epoche diverse. Lo stato di grave usura in cui si presentano oggi è dovuta soprattutto all'assenza di un tetto per lungo periodo. Nel Cinquecento furono ricoperti da altre pitture che recentemente sono state staccate e affisse su pannelli esposti nella navata destra. L'affresco più antico risale al periodo dell'abate francese Bernardo Ayglerio, nella seconda metà del XIII secolo.
Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.