Dedicato allo scultore Giacomo Manzù, il museo ospita le opere da lui donate allo Stato Italiano nel 1979 e aperto al pubblico nell'aprile del 1981. A 45 minuti di macchina da Roma sulla via Laurentina, sotto la rocca tufacea su cui sorge Ardea, è situato l’edificio, che conserva un consistente nucleo di opere tra sculture, gioielli, medaglie, disegni, incisioni e bozzetti teatrali (461 pezzi in tutto).
La maggior parte riguarda il periodo della maturità del maestro tra il 1950 e il 1970. Alcuni esemplari degli anni iniziali dell'artista, come il bassorilievo in bronzo 'Adamo ed Eva' del 1929 o il 'David' del 1939, si uniscono ai più noti 'Cardinali', nati alla fine degli anni ‘50, e alle sue famose 'Crocefissioni', nate nel 1939 e proseguite nel dopoguerra come il 'Bassorilievo del Cristo con il Generale' del 1947, il 'Bassorilievo con scheletro' del 1966. Le Porte Sacre di Salisburgo (1958) e Rotterdam (1968) sono rappresentate da due bozzetti delle due intere porte iniziali, mentre di San Pietro (1964) si possono vedere le borchie con i simboli degli animali dorati, il pannello in bronzo della 'Morte per violenza', che riprende l’iconografia della 'Morte del partigiano', ed uno della 'Morte di Papa Giovanni', che commemora il Papa scomparso nel 1963, prima dell’ultimazione della Porta.
Più recenti creazioni degli anni '80, come il 'Cestino di frutta' evidente omaggio al Caravaggio, confermano la sempre più raffinata esecuzione raggiunta dall'artista nel bronzo dorato, secondo l'antica tecnica al mercurio d’epoca romana. Dal 1954, anno dell’incontro di Giacomo Manzù con Inge Schabel, il tema del pittore e la modella come molti altri, si viene ad intrecciare con l'immagine della donna sua futura moglie e quasi unica modella. Alle grandi sculture degli 'Amanti', si unisce il tema del gioco e della gioia nella serie di 'Giulia e Mileto in carrozza', opere ispirate agli affetti familiari dopo la nascita dei due figli di Manzù.